mercoledì, marzo 16, 2005

V. Il vero senso (segue dal post del 07/03/2005).

Che la rete adeschi i suoi potenziali utenti ha senso in un’ottica perversa.
La rete guadagna efficienza all’aumentare del numero di individui che vi partecipano: più utenti ci sono, più il loro peso relativo diminuisce, più la rete diventa forte, più essa tende a costituirsi come una entità a se stante. Ma la rete è composta di individui; la rete è “gli individui”. Tuttavia, essa perde il senso del suo fondamento pluralistico e opera come un soggetto individuale che agisce per il raggiungimento del suo scopo. Essa va dove la sua struttura intrinseca la guida, ma il senso di questo “viaggio” è diverso dal senso che le sue componenti primitive, gli utenti, pensano di attribuirgli. Gli utenti non sono percepiti dagli altri utenti, gli utenti percepiscono solo la rete: un muro, non i mattoni che lo compongono; ma essi stessi sono mattoni.
Sono Io che servo la rete o è lei che serve me?
La rete è cieca, incosciente e senza volontà, però si muove lungo un sentiero preciso. La rete ha solo memoria, non ha strumenti per analizzare o valutare i propri ricordi: quegli strumenti sono posseduti dagli utenti, ma gli utenti non possono guidare la rete, non possono esserne a capo, possono solo farne parte. La rete evolve secondo le leggi cieche del transito delle informazioni, la situazione di equilibrio informativo che si genera è paradossale: tutti possono sapere tutto, ma nessuno può intervenire, si può solo partecipare; la rete – questo ammasso di informazioni – serve solo a se stessa, ma non avendo la possibilità di porsi obbiettivi coscienti, essa non serve a nessuno.
Più individui la rete raccoglie, più è facilitato lo scambio di informazioni, più fonti informative divengono disponibili.
Più fonti alternative sono disponibili, più sono le scorciatoie possibili: le esperienze individuali comunicate, recepite, metabolizzate, trasmesse e diffuse perdono la loro connotazione individuale e soggettiva e divengono dominio della rete, esperienze della rete, di tutti e, quindi, di nessuno.
Ogni individuo che entra nella rete ne aumenta l’efficienza con il solo esserci; per ogni nuovo utente della rete, ogni utente perde rilevanza e diventa via, via più superfluo. Questo è un processo “monotòno”, ogni adesione alla rete, come minimo, genera un “legame” tra utente e rete, ma può generarne anche di più; al diminuire del rapporto tra il numero degli utenti ed il numero dei “legami”, diminuisce la rilevanza delle unità di utenza ed aumenta la personalizzazione della rete.
Chi entra nella rete sappia che sta nutrendo un essere che non è in grado di scegliere dove andare, tutti possono contribuire al suo movimento, ma nessuno può determinarne il sentiero.
Saluto.
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